Il massimalismo è il nuovo trend del momento? Cosa c'è da sapere sulla filosofia More is More
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In risposta al richiamo Less is More, pronunciato per la prima volta dall'architetto tedesco Ludwig Mies van der Rohe, nell'ultimo secolo l'arredamento - e non solo - si è orientato verso la ricerca dell'essenziale, vedendo l'eliminazione del superfluo come un sintomo di raffinatezza. L'architetto, uno dei maggiori esponenti del modernismo, faceva riferimento agli edifici, che a suo avviso dovevano essere funzionali e dunque essenziali, ma ben presto questo suo motto è stato adottato in molti altri ambiti, portando alla diffusione del minimalismo, in cui si ricerca l'eliminazione del superfluo a favore della funzionalità e dell'essenzialità.
Il suo opposto tuttavia non è mai scomparso del tutto; il massimalismo affonda le sue radici nel barocco e nel rococò del Settecento e ha rifatto capolino in diverse occasioni negli ultimi secoli, ad esempio durante l'epoca Vittoriana e con il Postmodernismo e l'Art Nouveau.
Questa tendenza sembra avere cominciato a tornare alla ribalta negli ultimi anni, forse in risposta ai rigori e alle difficoltà del periodo di recessione, ma in cosa consiste esattamente? Ve lo spieghiamo di seguito.
More is More: dove nasce e in cosa consiste la filosofia massimalista
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Come già anticipato, il massimalismo ha origine negli stili Barocco e Rococò e più tardi nell'epoca vittoriana, quando l'arredamento era visto come mezzo di espressione e di distinzione; pensate ad esempio alla sontuosa reggia di Versailles di Luigi XIV: si ostentava ciò che si possedeva, lo si metteva in mostra al fine di farsi notare distinguendosi dal rigore dello stile modesto e conservatore in voga in quelle epoche.
Il massimalismo è associato dunque all'ostentazione, all'eccentricità e alla ricchezza: di colori, materiali, trame. Una ribellione alle regole prestabilite che oggi si ripropone in una chiave più matura, leggera ed elegante.
Se il minimalismo è uno stile che non ammette caos o deviazioni, ma impone l'aderenza severa a un modo di vivere e di pensare rigoroso, il massimalismo celebra al contrario l'espressione di sé, dando il via libera a colori forti e mischiati tra loro, mescolanza di oggetti di epoche differenti, ma anche di materiali e di decorazioni, che risultano in ambienti vivaci e a tratti eccentrici, definiti dopaminici.
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Se il minimalismo è uno stile che non ammette caos o deviazioni, ma impone l'aderenza severa a un modo di vivere e di pensare rigoroso, il massimalismo celebra al contrario l'espressione di sé, dando il via libera a colori forti e mischiati tra loro, mescolanza di oggetti di epoche differenti, ma anche di materiali e di decorazioni, che risultano in ambienti vivaci e a tratti eccentrici, definiti dopaminici.
Come si esprime il Massimalismo oggi
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I designer di oggi puntano dunque all'espressione della personalità del proprietario di casa, con sovrapposizioni ardite di colori vivaci a contrasto, mescolanza di materiali diversi e sovrapposizione di trame differenti, mantenendo sempre un occhio di riguardo verso la natura. La ricerca del benessere e di uno stile di vita più semplice e naturale ha infatti lasciato la sua impronta anche su questa tendenza, imponendosi con la ricerca di maggiore fluidità e del contatto con la natura.
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Le case massimaliste oggi appaiono vivacemente colorate e ricche di lampadari, specchi, opere d'arte e decorazioni talvolta eccentriche, oltre ad essere arredate con complementi risalenti a epoche differenti ed essere accomunate dall'uso del colore come vero protagonista dello stile.
Mai più colori neutri dunque: nel massimalismo moderno i colori sono i protagonisti dell'arredamento, facendoci dimenticare la neutralità dello stile minimal e azzardando con accostamenti di colori vivaci, utilizzati ora per arredare e decorare e non solo come sfondo neutro a un ambiente essenziale.
Che ne pensate, riarrederete la vostra casa in stile Massimalista?