Orchidee in acqua? Prova a coltivarle così con queste indicazioni utili

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di Angelica Vianello

08 Giugno 2021

Orchidee in acqua? Prova a coltivarle così con queste indicazioni utili
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Le orchidee sono tra le piante d'appartamento più amate al mondo, e nel loro habitat naturale sono delle vere e proprie meraviglie della natura, che crescono rigogliose tra i rami e sui tronchi di altre piante. Coltivarle in casa richiede un po' di attenzione, ma non è impossibile, soprattutto per alcune varietà più resistenti.

Se però volete provare una tecnica di coltura diversa, che è anche molto scenografica, potete provare l'idrocoltura, ovvero il metodo che prevede di farle crescere direttamente in acqua, senza circondare le radici di alcun tipo di substrato. Le orchidee più adatte a questo tipo di coltura sono quelle epifite, ovvero quelle che in natura vivono su altre piante e sono abituate a cercare nutrimento con le loro radici aeree. Quelle terrestri patiscono molto di più in acqua e le loro radici possono marcire velocemente.

Inoltre, è sempre meglio provare questa tecnica con esemplari giovani appena acquistati, che non si siano quindi abituati da anni a stare in un vaso con il terriccio.

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Il primo e più fondamentale passo dell'idrocoltura per queste piante è rimuovere accuratamente ogni singola traccia di terriccio e substrato che circondi le radici: bisogna riportare l'apparato radicale a nudo, con molta delicatezza. Quanto più a lungo le piante vengono maneggiate dall'uomo, tanto più si ritirano e soffrono, quindi evitate di prolungare troppo le manovre.

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In genere, il substrato è più sciolto e facile da rimuovere fuori dalle radici, mentre tra di esse si concentra quello ormai un po' sfatto che aderisce all'apparato radicale. Vale la pena ripetere che non deve rimanere nemmeno un pezzettino di corteccia, terriccio, sassolino o altro, perché una volta immersa la pianta in acqua ne favorirebbe il marciume radicale.

Per aiutarvi, potete immergere la pianta in un po' di acqua appena tiepida per 20 minuti e rimuovere quello che viene via facilmente. Se necessario, ripetete l'operazione piuttosto che aggredire le radici.

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Quando le radici sono tutte libere, bisogna ispezionarle: se qualcuna è marcia o rovinata, sterilizzate per bene un paio di cesoie ed eliminatela.

Quando poi avrete finalmente pulito tutte le radici, potrete continuare immergendole nei contenitori trasparenti (in genere vasi di vetro abbastanza ampi), e potrete scegliere se coltivarle solo in acqua oppure con argilla espansa. 

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Meglio preferire vasi abbastanza alti e con i lati panciuti, come delle bowl rotonde con imboccatura più stretta, così da far evaporare più lentamente l'acqua dentro al contenitore. Questo vale anche per la coltura semi-idroponica.

Bisogna assicurarsi poi che la pianta, uscendo dal vaso, non blocchi il flusso d'aria al suo interno occupando tutta l'apertura: l'acqua deve poter evaporare, anche se non troppo velocemente, altrimenti si arriva a far marcire le radici.

  • Se usate l'argilla espansa (o altro tipo di ciottoli che vadano bene), riempite con essa oltre metà (quasi due terzi) del vaso e assicuratevi che l'acqua arrivi sempre a un terzo del vaso stesso. Così, l'argilla si impregnerà di acqua e la trasmetterà alle radici, che non saranno sempre immerse. In questo metodo, è importante non far evaporare mai l'acqua del tutto.
  • Se invece volete coltivare in piena idrocoltura, dovrete tenere abbastanza acqua nel vaso da coprire le punte delle radici (ma non proprio tutto l'apparato radicale) per due giorni, e poi lasciare che si asciughi del tutto per cinque giorni.  In questo metodo è importante anche che l'acqua sia di buona qualità e non piena di sostanze chimiche. Potete raccogliere acqua piovana (soprattutto se non siete in città troppo inquinate), oppure riempire una ciotola d'acqua e lasciarla all'aria per 24 ore prima di versarla nel vaso. Ancora, potete usare acqua distillata.

Vi piacerebbe provare a coltivare così le orchidee?

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