Taglio differenziato: la tecnica per tosare il prato che lo rende più sano

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di Angelica Vianello

28 Maggio 2023

Taglio differenziato: la tecnica per tosare il prato che lo rende più sano
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Il prato in giardino è un po' sempre croce e delizia dei nostri spazi verdi: è bellissimo a vedersi e sempre infinitamente più fresco di qualsiasi lastricato o mattonato, ma d'altro canto richiede una cura costante per poter essere davvero vissuto e apprezzato, senza però comprometterne la salute. Ed ecco allora che, specie in primavera ed estate  - e ancora di più nei periodi piovosi durante queste stagioni - ci preoccupiamo di tagliarlo periodicamente, così da avere un manto erboso fitto e soffice.

La stragrande maggioranza delle persone, però, tende ad essere molto aggressiva con il taglio: molti preferiscono lasciare le foglie molto corte, cosa che in realtà non è affatto salutare per il terreno. Quindi uno dei consigli che si dispensano più spesso è aumentare l'altezza del taglio, così da lasciare più vegetazione a proteggere il suolo da calore e vere e proprie "bruciature" da parte dei raggi solari.

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Anche così, comunque, il prato non è la scelta più vantaggiosa per la biodiversità: a meno che, infatti, non ci si accontenti di un prato "naturale", cioè quello fatto di tante varietà di erbe spontanee, selezionare un solo tipo di erba significa escludere tantissimi processi naturali importanti dal nostro spazio verde, rendendolo più sterile e artificiale.

La soluzione? È quella che viene chiamata con espressioni come "taglio differenziato" o simili, in varie parti del mondo. Si tratta di non intervenire con il taglio in aree selezionate del prato, così che lì la natura possa fare il suo corso, riprendendosi uno spazio in cui sfogare tutta la diversità di cui è capace.

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Come si fa?

Come si fa?

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Per promuovere la biodiversità, attraendo tanti insetti impollinatori e animali utili nel giardino, e per aiutare le piante a crescere e fiorire di più, basta individuare i punti in cui poter agevolmente lasciare il prato più alto.

I punti migliori sono lungo i confini o a ridosso di qualche aiuola o albero che cresca nel prato. In questo modo, ogni stagione vedrete che spontaneamente cresceranno piante con fiori diversi, ideali per il sostentamento degli impollinatori. Da un punto di vista estetico, questo movimenta il paesaggio, sfruttando le diverse altezze per uno scenario stratificato e più interessante.

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In questo modo, creerete automaticamente gli spazi ideali da arricchire di semi da fiore (papaveri, echinops, malva, non-ti-scordar-di-me solo per dirne alcuni) e bulbi pronti a decorare il giardino in modo nuovo a ogni stagione (tulipani, allium, narcisi... C'è l'imbarazzo della scelta!).

E quando vi stufate, potete sempre decidere di "cancellare" quell'area a fine estate o in autunno e spostarla, o cambiarne le dimensioni, quando ricominciate a tosare il prato la primavera successiva. E nel frattempo avrete comunque lasciato "respirare" il prato e dato una mano all'ecosistema!

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