Sai riconoscere l'olio andato a male? Usa i sensi e non sarà difficile

di Assunta Nero

22 Ottobre 2022

Sai riconoscere l'olio andato a male? Usa i sensi e non sarà difficile
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L'olio extravergine d'oliva è uno dei prodotti cardine della dieta mediterranea. Non esiste praticamente pietanza la cui preparazione non lo richieda ed è amato praticamente da chiunque. Ma vi siete mai chiesti per quanto tempo può essere conservato?

Sembra strano, ma anche l'olio d'oliva ha una data di scadenza e un periodo oltre il quale è meglio non consumarlo. Probabilmente non tutti lo sanno perché, che provenga dal supermercato o direttamente dai produttori di olio, è un alimento che viene sempre consumato così in fretta da non doversi neppure porre il problema. La credenza popolare vuole che non sia un alimento che va a male. E invece è così.

Continuando a leggere di seguito, capirete quali sono i criteri dai quali giudicare lo stato e la qualità dell'olio, soprattutto in mancanza di una data di scadenza, e quali i modi per conservarlo al meglio.

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L'olio d'oliva cambia le proprie caratteristiche fisiche e qualitative, col tempo, come qualsiasi altro tipo di alimento. In particolare, può diventare rancido. Ma ci sono alcuni dettagli che possono aiutarvi a intuire quando ciò avviene.

È necessario, prima di tutto, sapere che l'olio, da quanto viene estratto, può essere conservato per circa di 18 mesi. Il periodo in cui si conserva bene può variare di poco ma, più o meno, quello è il limite oltre il quale sarebbe bene non andare. Questa informazione può servirvi soprattutto nel caso in cui l'olio che acquistate non provenga dal supermercato (e abbia un'etichetta e una scadenza), ma direttamente dal produttore che lo vende sfuso. Quest'ultima evenienza è molto frequente nelle piccole realtà contadine e nelle località di campagna. Se nel primo caso avete la possibilità di consultare l'etichetta e vedere la scadenza, nel secondo l'importante è che conosciate la data precisa d'estrazione e consideriate quella.

A prescindere comunque dalla scadenza, ci sono tre criteri che potete osservare e considerare per valutare, voi stessi, se l'olio è ancora commestibile o meno.

  • Colore: il colore naturale di un olio d'oliva buono va dal giallo al verde. Tutto ciò che non appartiene alle gradazioni cromatiche di questi due colori deve farvi pensare a qualcosa che non va. Se l'olio diventa per esempio rossastro, aranciato o ambrato è certo che non è stato conservato adeguatamente.
  • Odore: se odorandolo ha un profumo sgradevole, che si discosta da quello tipico dell'olio d'oliva, di solito fruttato e che ricorda l'oliva, l'olio non più buono.
  • Sapore: anche assaggiandolo ovviamente vi renderete conto della qualità dell'olio d'oliva. L'acidità nel sapore non è mai un buon segno. Il gusto dell'olio può variare, anche molto, dal dolce all'amarognolo, ma quando c'è un sentore di acido, poco gradevole e chiaramente riconoscibile, allora dovete evitare di consumarlo.

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Assodato che l'olio di qualità ha un colore cha varia dal giallo al verde, splendenti e vivaci, e ha un odore fruttato e un sapore tra il dolce e l'amaro, mai acido, esistono piccole accortezze per conservarlo al meglio. I consigli si riducono, fondamentalmente a tre:

  • Mettetelo in bottiglie ambrate o scure.
  • Evitate gli sbalzi di temperatura.
  • Riponetelo in un luogo lontano da fonti di luce e calore.

Seguite queste piccole regole e gusterete un olio extravergine sempre d'eccellente qualità!

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